Riprendendo questo mio articolo di ieri pubblicato su Quotidiano Sanità, cerco di trattare l’argomento Servizio Sanitario Nazionale paragonandolo al pozzo senza fondo che fu Alitalia.

Apparentemente diversi, questi due giganti condividono un destino comune: continue iniezioni di denaro pubblico che, anziché risolverne i problemi strutturali, sembrano alimentare un circolo vizioso di sprechi e cattiva gestione.

Alitalia: una storia di voli a vuoto

La compagnia di bandiera italiana è stata e rimane ancora oggi un simbolo di inefficienza e sprechi. Nonostante i ripetuti tentativi di salvataggio e le ingenti somme di denaro pubblico investite, Alitalia non è mai riuscita a decollare verso una stabile redditività.

Le cause di questo fallimento sono molteplici:

  • Costi elevati: Alitalia ha storicamente sofferto di una struttura dei costi poco competitiva, con stipendi elevati e una flotta di aerei non sempre ottimizzata;
  • Concorrenza agguerrita: l’avvento delle compagnie low-cost ha rivoluzionato il mercato del trasporto aereo, mettendo in difficoltà le compagnie tradizionali come Alitalia;
  • Cattivo management: scelte strategiche sbagliate e una gestione poco efficiente hanno contribuito ad aggravare la situazione.

Il SSN: un malato cronico

Il Servizio Sanitario Nazionale, fiore all’occhiello del nostro Paese, è oggi afflitto da una serie di problemi che ne mettono a rischio la sostenibilità.

Tra le criticità più evidenti:

  • Liste d’attesa infinite: l’accesso alle cure è spesso ostacolato da tempi di attesa lunghissimi, con gravi conseguenze per la salute dei cittadini;
  • Disparità regionali: la qualità dei servizi offerti varia notevolmente da regione a regione, creando disuguaglianze nell’accesso alle cure e generando la c.d. “migrazione sanitaria”;
  • Sprechi e inefficienze: la gestione delle risorse non è sempre ottimale, con sprechi e inefficienze che gravano sul bilancio del sistema;
  • Carenza di personale: la mancanza di medici, infermieri, psicologi, soprattutto in alcune specializzazioni, compromette la qualità dell’assistenza;
  • Visita privata subito, pubblica tra due anni: il Servizio Sanitario Nazionale autogenera competitor interni al proprio sistema. Infatti, si è ormai creato il paradosso secondo cui la visita privata intramoenia la prenoti per il giorno dopo, in regime pubblico tra due anni. Magari con lo stesso medico, presso il medesimo ambulatorio.

Forse sarebbe arrivato il momento di avere più coraggio nell’affrontare alcune tematiche calde che surriscaldano e contribuiscono a mandare in tilt il Servizio Sanitario pubblico.

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